Ricciarini (Streetfood): “Una regola, senza bisogno di dare voti ne' operare in asetticità”




Storia, tradizioni, territorio, turismo, norme igieniche e rispetto dell'ambiente sono fra i punti chiave per essere un buon artigiano del gusto contro la globalizzazione

Pubblicato da oggi sul sito web www.streetfood.it e diramato a tutti gli operatori del settore il Decalogo Streetfood: un vero e proprio regolamento in dieci punti che prende in esame chi fa cibo di strada.


Un decalogo del “perfetto operatore del cibo di strada” per far riconoscere al consumatore quelli di cui più fidarsi. E’ l’intento dell’iniziativa promossa dall’Associazione StreetFood che da qualche anno opera per la promozione di questa importante forma di ristorazione ambulante. Così è on line sul sito dell’associazione un decalogo che gli operatori associati e quelli che si assoceranno potranno seguire per marchiarsi del bollino “Artigiano del Gusto”.



“Il modo di lavorare degli operatori del settore – spiega il presidente dell'Associazione Streetfood, Massimiliano Ricciarini – di legarsi al territorio e attivarsi per promuoverlo, l'utilizzo di antichi ferri del mestiere, l'etica di base, l'igiene ma non l'asetticità, il rispetto delle regole del commercio nel senso di una sinergia in rete con altri operatori e con le attività di promozione turistica ed enogastronomica e alle istituzioni senza  individualismi o asocialità, unitamente all'utilizzo di prodotti agroalimentari tradizionali e il rispetto delle leggi fanno degli operatori stessi dei veri e propri Artigiani del Gusto che possono fregiarsi di tale denominazione solo ed esclusivamente rilasciata dall'Associazione Culturale “Streetfood” con il suo logo esposto nello spazio commerciale dell'attività”.


L’iniziativa è nata nel maggio scorso in occasione del primo “StreetFood Market”, in Toscana, a Marciano della Chiana (Ar). “Sono sempre di più le realtà che trattano i cibi di strada – continua Ricciarini – e questo se da un lato può spronare i buoni a fare sempre meglio senza tradire le aspettative, dall'altro induce i meno buoni ad approfittarsene considerando il cibo di strada una moda da sfruttare”.
L'Associazione mette in guardia e invita l'amante del buon gusto italiano a fare un distinguo aiutati dalla presenza del marchio Streetfood, a segnalarci quei produttori ancora non annoverati e anche chi opera senza etica affossando l'immagine della cucina di strada italiana”.


Con l'aiuto di questi amanti del gusto – conclude il presidente di Streetfood – volto a sostenere l'attività della nostra associazione, Streetfood potrà offrire un servizio sempre più ricco e variegato, che porti notorietà al singolo o ai vari territori italiani che vorranno accogliere le iniziative da noi proposte”.

Tirando le somme in Italia sono circa 3mila gli operatori del settore. Dal 2005 ad oggi, complice anche un sistema burocratico e normo-igienico rigido si sarebbe assistito a un calo dell’8% dei cosiddetti ambulanti, mentre sul fronte degli itineranti (cioè dotati di furgoni a norma) si parla di una crescita (+18% nello stesso periodo).

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