Determinante sarà la sinergia con le categorie per portare qualità in strada ogni giorno
Dal convegno a Marciano (AR) in occasione del primo StreetFood Market, l’incontro con le associazioni di categoria artigiane e commercianti ha spinto l'Associazione a riqualificare i produttori di cibi di strada con azioni concrete
Dopo il successo del primo StreetFood Market che si è svolto in Toscana, a Marciano della Chiana (Ar), l'Associazione Streetfood torna in campo per dar voce agli artigiani del gusto italiani, quei produttori di cibi di strada fino ad oggi non riconosciuti in una precisa categoria, ma che potranno presto raggrupparsi grazie ad una nuova iniziativa dell’Associazione che li seguirà con l'intenzione di riqualificarli e metterli in giusta luce evidenziandone anche la loro valenza di “animatori e promotori del territorio”. L’iniziativa di StreetFood si pone l’obiettivo di “certificare” gli operatori di strada al fine di tutelare loro stessi per primi, ma insieme anche il consumatore che potrà riconoscere quelli “buoni” grazie ad un marchio che li contraddistinguerà, “Artigiani del gusto” appunto.
Il convegno voluto e impostato dall'Associazione Nazionale Streetfood in occasione del primo grande evento di successo appena concluso con numeri da capogiro a Marciano della Chiana (AR) ha confermato l'interesse di Asl8 Arezzo e delle associazioni di categoria coinvolte – Cna, Confartigianato, Fipe-Confcommercio e Anva-Confesercenti – per il settore ambulanti e itineranti e la doverosa sempre maggiore semplificazione delle procedure di adeguamento alle norme sanitarie e del commercio per far si che il patrimonio storico cultural-gastronomico italiano rappresentato da una miriade di cibi di strada sparsi per lo “Stivale” sia sempre più forte e competitivo e riesca a contrastare l'avanzata di cibi apolidi capofila di un'errata tendenza a globalizzare i sapori assieme all'automotive e il prodotto industriale in genere.
“Quali prospettive per il cibo di strada?” e “Cibo di strada e tipicità come trait d’union per il Turismo enogastronomico integrato” sono aspetti vitali che non si devono escludere a vicenda ma integrare secondo il presidente provinciale di Confartigianato Imprese dell'Alimentazione di Arezzo, Fabrizio Piervenanzi, da cui è partito il messaggio. «Imprese, consumatori e prodotti sono le tre realtà attorno a cui si esplica il cibo di strada italiano – sostiene Piervenanzi - ed è importante individuare le strade da seguire per l'interdipendenza e collaborazione fra le realtà suddette. Tra le tre tipologie di imprese del settore vi sono i laboratori o botteghe di un tempo, gli ambulanti e itineranti come seconda tipologia e la terza è rappresentata da coloro che sottovalutano a priori l'adeguamento a norme sanitarie e di commercio».
Il cibo di strada, oltre ad essere un elemento basilare della storia italiana dell'arte culinaria è anche un elemento che può far da volano, più di altre realtà consumate “al piatto” che per strada permette letteralmente di “gustare il territorio”, osservarlo e goderselo mangiando un prodotto che ne è l'espressione socioculturale. A questo proposito è importante l’impegno a riqualificare il settore, anche dal punto di vista delle norme, e le premesse di una sinergia intelligente ci sono.